Ogni 24 dicembre, nella regione centrale di Cuba, 18 comunità celebrano le famose “Parrandas”, la festa tradizionale che si svolge dal 1820 e che è stata recentemente dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
«Per Cuba è un orgoglio questo riconoscimento, ma anche una responsabilità», ha affermato a Granma Gladys Collazo, presidente del Consiglio Nazionale del Patrimonio Culturale. «Prima è stata la Tumba Francesa, poi la Rumba, quindi il Repentismo e ora le Parrandas, una ricchezza di espressioni che dimostrano l’ampiezza del nostro ventaglio culturale».
Sono molti i “parranderos” orgogliosi di questa dichiarazione, ed è per questo vincere significa tanto: la gara consiste nello “scontro” tra due quartieri. Ciascuno dei due presenta la sua opera in piazza, la sua carrozza, i suoi fuochi d’artificio, e solamente alle 6 del secondo giorno è dichiarato il vincitore. Chi lo decide? Il popolo, e questo è il miglior riconoscimento e la maggior attrazione.
José Enrique Jiménez è parrandero da 31 anni e presidente del Barrio El Carmen. Sulle sue spalle cade la responsabilità delle sorti del suo quartiere nella gara di Remedios: «Cominciamo a lavorare molti mesi prima, scegliendo i progetti, la carrozza e la decorazione della piazza delle comunità. Prepariamo i fuochi artificiali e costruiamo tutto affinché alla data stabilita non manchi niente. È un impegno grande, molte ore, giorni e notti di lavoro, ma la soddisfazione è più grande di tutto. Non c’è niente di paragonabile».
Ignacio Rojas è barbiere, ha disegnato 20 progetti per queste feste. Quest’anno il suo disegno è alto circa trenta metri e largo più di venti, e rievoca le immagini di un film che ha visto con suo nipote: «Io non sono un pittore, non sono un architetto e non ho scolarità. Ma questa è una dote naturale dei remediani. Da bambini dipingevamo, e così abbiamo imparato».
Grazie al lavoro collettivo di falegnami elettricisti, decoratori, pittori e molti altri, il progetto sono sempre puntuali. Per questi artisti autodidatti, la più grande allegria è vedere la popolazione che si diverte con le loro creazioni.
«In questa giornata si vivono forti emozioni. Si vedono l’amore e la dedizione delle persone per il proprio quartiere, ed è questo quel che facciamo», ha aggiunto José Enrique. «E’ davvero una festa unica, e lo dimostrano tutti i cittadini che nella regione centrale seguono questa tradizione».
“A Remedios c’è grande teatralità, ma in altri luoghi ci sono altre strutture che rispondono alle necessità d’espressione artistica di chi organizza questa festa nel centro del paese” ha spiegato Juan Carlos Hernández, specialista del Museo delle Parrandas.
Gli elementi che la Unesco ha considerato per la dichiarazione di Patrimonio Culturale Immateriale dell’ Umanità, sono molti. Rafael Lara, metodologo nazionale di Cultura Popolare Tradizionale, ha detto che uno dei requisiti fondamentali è che la festa abbia una tradizione riconosciuta dalla stessa comunità: «La pratica deve mostrare che è stata elaborata dagli stessi portatori della tradizione e che non esiste un inquinamento istituzionale. La comunità deve essere protagonista dei processi culturali d’identità e, un altro elemento, è la continuità delle celebrazioni», ha aggiunto Lara.
Dopo l’annuncio, i “parranderos” della regione centrale dell’Isola si sentono più felici e coinvolti. Lo conferma Juan Carlos Hernández, specialista principale del Museo delle Parrandas: «È un riconoscimento all’intelligenza collettiva, all’espressione culturale del popolo di cui poi gode esso stesso. È una festa unica perché vi partecipano tutti senza distinzioni. Questo sono le Parrandas: unità culturale, una festa unica che distingue la nostra cultura nazionale nella regione dei Caraibi e dall’America Latina».
Yisel Martínez García e Gioia Minuti per Granma, 26 dicembre 2018