Alle OGR i medici cubani inaugurano l’albero della vita

Oggi la giornata è stata speciale, anche se la routine della zona rossa rimane immutabile. Il dottor Julio camminava verso l’ospedale nelle prime ore del mattino, quando un auto della polizia si è fermata davanti a lui. L’autista, un giovane in uniforme, ha aperto la porta ed è sceso. Con sorpresa di Julio, ha alza il braccio e ha detto con voce stentorea: “Hasta la Victoria Siempre!”. Velocemente, è tornato al veicolo e se n’è andato.
In ospedale, le infermiere italiane che entravano nella zona rossa hanno chiesto a un collega di scrivere sulla schiena delle tute, accanto ai nomi e alle specialità, come sempre si fa, anche il messaggio: “Buon Primo Maggio”.
Nel pomeriggio è stato inaugurato l’Albero della Vita. L’abitudine è stata portata qui dai cubani che affrontarono l’ebola in Africa: da oggi, per ogni vita salvata verrà appeso un nastro bianco. Le autorità della Regione Piemonte e di Torino hanno partecipato all’atto, insieme con il Console generale di Cuba a Milano. Sono stati dimessi due pazienti: il dottor Julio ha messo il primo nastro e il dottor Sergio Livigni, italiano, direttore dell’ospedale, il secondo nastro. Quando tutto sarà finito, l’albero sarà trasferito a Cuba.
Oggi l’albero ha un significato in più a cui tutti fanno riferimento: è la Giornata Internazionale dei Lavoratori, che a Cuba è stata dedicata a chi salva vite.
L’edificio in cui risiede l’ospedale da campo fu costruito nel 1895, quando a Cuba si riaccendeva la guerra per l’Indipendenza e José Martí cadeva in combattimento.
Questo edificio è considerato a Torino la “Cattedrale” della sua storia industriale. Quanti operai ospitava nelle dure giornate di lavoro? Oggi accoglie chi lotta per la vita. La pandemia ha bisogno di farmaci e cure speciali, e anche della solidarietà che i lavoratori hanno sempre invocato.
(Dalla pagina Facebook di Enrique Ubieta Gómez, giornalista, scrittore e saggista cubano)