Anche Torino ha detto no al bloqueo

Nel quadro delle iniziative organizzate a livello mondiale con l’obiettivo di stabilire un presidio di solidarietà con Cuba sotto il nome di “Carovana mondiale contro il blocco economico degli Stati Uniti contro Cuba”, sabato 27 marzo, a Torino, presso il Parco Dora che aveva già ospitato il saluto alla Brigata Henry Reeve al termine della sua missione nella città, si è svolta una bellissima giornata di festa in omaggio agli amici che un anno fa, proprio in questi giorni, stavano arrivando in nostro aiuto.
L’evento, promosso e organizzato da Europa por Cuba, Collettivo CUBA VA, AICEC, Centro Studi Italia-Cuba, Torino con il Latinoamerica Antimperialista e Brigata Gino Doné nel rispetto delle misure anti-pandemia, ha avuto un carattere informale che ha liberato il piacere di ritrovarsi e riconoscersi in una valida causa, così come la nutrita partecipazione ha dimostrato. In particolare, la presenza di molti giovani fa ben sperare sulla possibilità di mantenere alta la guardia contro gli effetti devastanti della disinformazione dilagante.
Se l’obiettivo era sensibilizzare e riportare all’attenzione di tutti l’importanza di condannare con fermezza il blocco economico, finanziario e commerciale che gli Stati Uniti impongono a Cuba da più di 60 anni, possiamo certamente dire che è stato centrato. Un blocco tanto più spietato visto che perfino in tempo di pandemia, lungi dall’essere sospeso o alleggerito, è stato invece addirittura inasprito con misure e nuove campagne di informazione distorta e diffamatoria volte a piegare la resistenza del popolo cubano.
Nonostante siano in aperta ed evidente violazione del Diritto Internazionale, le politiche degli Stati Uniti vengono troppo spesso taciute e mistificate da un’informazione complice che non ha il coraggio di rivelare l’ipocrisia di una potenza che si è autoeletta a paladina della “libertà”, della “democrazia” e dei “diritti civili”, ma che in realtà attua la prevaricazione come unica dottrina, soffocando la libera espressione dei popoli e negando loro qualsiasi possibilità di sviluppo.
Anche Torino ha così risposto all’appello per far sentire al popolo cubano la vicinanza e la solidarietà dei suoi tanti sostenitori riuniti sotto le arcate del Parco Dora, un luogo simbolico per l’amicizia che lega Torino a Cuba, perché è lì che nel luglio del 2020 si è svolta la cerimonia di saluto ai medici e agli infermieri cubani della Brigata Henry Reeve che per mesi avevano donato il loro contributo internazionalista alle strutture sanitarie della nostra città nella lotta contro il covid-19 e, va sottolineato, a titolo completamente gratuito.
All’appello hanno risposto tutti coloro che riconoscono e rispettano il principio inderogabile dell’autodeterminazione dei popoli a scegliere il proprio modello politico ed economico; che si oppongono all’arroganza di chi impone il suo sistema ed è incapace di guardarsi allo specchio per riconoscere e lenire il proprio malessere sociale; che sanno leggere i fatti oltre la cortina della disinformazione; che credono che l’essere umano, il lavoro e la giustizia debbano ritornare al centro della politica, e non il denaro; che credono che un altro modello per costruire un mondo migliore e più a misura d’uomo esista ed è alla portata; che sanno che non si può non abbracciare il progetto storico, politico e sociale di Cuba, né lasciare solo il suo popolo in un momento così critico come questo, in cui si ritrova ancora una volta sotto attacco.

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