Il Centro Studi Italia Cuba ha tradotto e pubblica questo vibrante articolo dello scrittore Froilan Gonzales Garcia.
Si è concluso il difficile e complicato 2021. Cuba, oltre a doversi confrontare con la Pandemia, la crisi economica mondiale, il blocco nordamericano che dopo 63 anni è stato inasprito con 243 provvedimenti del Presidente Genocida e poi ancora con le nuove sanzioni del suo successore, complice del crimine e di una bestiale campagna di menzogne, calunnie e manipolazione, ha dovuto fare i conti con la politica fallimentare degli Stati Uniti e dei suoi servitori nei loro tentativi di dividerci e destabilizzarci, usando i parlamentari europei addomesticati e stipendiati, trasformati in strumenti della loro politica estera contro Cuba e l’America Latina.
Data la mancanza di appoggio ai loro piani nel nostro Paese, sono ricorsi a mercenari fabbricando falsi leader, premiando criminali, uomini violenti e autolesionisti per accusare le autorità cubane. Ladri, truffatori, persone che usavano la bandiera cubana come carta da toilette o macchiato le statue di José Martí con sangue di maiale.
Il governo degli Stati Uniti, con i suoi stipendiati, ha cercato di ucciderci e sterminarci, come ha spiegato il presidente cubano Miguel Díaz Canel. Diversamente da quanto prevedeva, l’unità e la resistenza del popolo sono aumentate: siamo vivi e pronti a lottare per la giustizia.
In quest’isola ribelle, la stragrande maggioranza ama la vita, la musica, la danza, vuole vivere in pace e tranquillità e difendere le opere che costruisce, condanna l’odio, le ingiustizie e la discriminazione. I discendenti di africani, maya, cinesi, europei, soprattutto italiani, francesi e spagnoli vivono insieme come fratelli.
Per il gruppo di parlamentari nemici è stato un anno di incontri e attività, ma non per risolvere i gravi problemi che affliggono i loro Paesi e le loro società, bensì per adempiere ai mandati degli Stati Uniti contro Cuba, Venezuela, Nicaragua e Bolivia, come fossero ancora le loro colonie o parte dei loro domini.
Davanti al popolo spagnolo, abbiamo deciso di denunciarli all’opinione pubblica internazionale e ai movimenti sociali del nostro continente come fascisti, razzisti, discriminatori e colonialisti, e di dichiararli nemici dei popoli dell’America Latina.
Tra gli organizzatori di questa denuncia ci sono:
– L‘insegnante di Storia Sara Fernández Hechavarría, educatrice e museologa, membro della Direzione nazionale della Central de Trabajadores de Cuba dal 1986 al 1999. La professoressa Fernández è discendente di una schiava portata dal regno africano di Mandinga gettata in mare durante la tratta degli schiavi per cancellare le tracce di un commercio riprovevole, che raggiunse le coste cubane dove, insieme agli aborigeni, fondò nelle montagne orientali un piccolo paese di nome Mandinga a 32 chilometri da Baracoa, la prima città cubana fondata dagli spagnoli. Il suo discendente Aquilino Hechavarría, nonno materno, raggiunse i ranghi di Primo Sergente dell’Esercito di Liberazione contro il colonialismo spagnolo.
– Il professore di Storia Politica Jorge Junco Martínez, presidente dell’Associazione degli Storici di Centro Habana, laureato in Economia e Scienze Giuridiche, scrittore, sceneggiatore pluripremiato di radio, cinema e televisione, discende da schiavi africani che, quando raggiunsero la libertà, acquisirono il cognome dei loro proprietari terrieri e dello zuccherificio di Limones in provincia di Matanzas. Tra i membri della famiglia del professore ci sono suo fratello Tito Junco, noto attore radiofonico, cinematografico e televisivo, e il famoso cantante Barbarito Diez.
– La combattente della Rivoluzione Cubana Paula Cupull Reyes, discendente di un Cacique Maya, portata come schiava dalla penisola messicana dello Yucatán, ha chiesto di partecipare a questo appello. Il Cacique proveniva dalla provincia di Cupull dove si trovano le rovine di Chichén Itzá e Uxmal. Lei combatté la dittatura di Fulgencio Batista e suo padre Francisco Cupull combatté quella di Gerardo Machado, messaggero nelle montagne orientali e fondatore del quotidiano Sierra Maestra.
– La professoressa Marta Fernández Montes de Oca, combattente nella Lotta Clandestina, di origine spagnola, sorella di due martiri della Rivoluzione: Orlando, torturato, assassinato e scomparso durante la dittatura di Fulgencio Batista, e Alberto, o Pacho, o Pachungo, combattente con il comandante Ernesto Che Guevara, morto nel villaggio boliviano di La Higuera il 9 ottobre 1967.
– Il dr. Rafael Castellanos, discendente di spagnoli, specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare, Responsabile del Servizio di Angiopatia Diabetica, specializzato in rinomate istituzioni in Germania, Stati Uniti ed ex Unione Sovietica e Cecoslovacchia. Ha servito come capo dei servizi di ossigenazione iperbarica presso l’ospedale Hermanos Ameijeiras, autore di numerosi articoli scientifici, professore consulente, membro del Comitato Editoriale del Manuale di Pratiche Mediche, presidente della Commissione Nazionale di questa specialità a Cuba, in Argentina, Spagna e Perù. È membro di diverse organizzazioni internazionali, direttore e fondatore del Medical Journal, e ha tenuto conferenze in diversi Paesi.
– Gina Caro, di origini spagnole, rinomata attrice radiofonica, cinematografica e televisiva, membro dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba (UNEAC), della Società Culturale José Martí e del Gruppo Escambray, un progetto precursore dell’Arte nelle comunità. Ha lavorato con il grande attore Sergio Corrieri e sua madre Gilda, tra altri artisti di spicco. Ha scritto il libro “Gilda con Fidel nell’Escambray”, riferendosi alla sua vita e alla madre di Sergio Corrieri, sceneggiatrice e attrice del film “El Ojo del Canario” sulla vita di José Martí. Discendente di padre francese e madre cubana, nonni italiani e cinesi cantonesi, che per la natura del suo lavoro hanno chiesto di non rivelare l’identità. Ha scalato le montagne del Perù, della Bolivia, della Sierra de Guadarrama, delle Alpi, dei Pirenei e della Sierra Maestra, dell’Escambray e delle più alte di Pinar del Río.
– Héctor Luis Asensio Duque de Heredia, discendente dello spagnolo Ascencio Asensio Ayllón, padrino del maggiore generale Antonio Maceo y Grajales. Dopo la rivolta del 10 ottobre 1868, insieme ad un gruppo di cubani, fu portato in un campo militare spagnolo dove il 7 agosto 1869 furono massacrati. Héctor è il pronipote del generale di brigata Amadeo Manuitt, considerato il primo internazionalista venezuelano nella lotta per l’indipendenza del nostro Paese. Dopo aver partecipato a diversi combattimenti, il 30 maggio 1870 cadde eroicamente combattendo, e il suo corpo fu fatto scomparire. Durante la dittatura di Batista, Héctor fu fatto prigioniero e torturato, riuscì ad andare in esilio, tornò a Cuba dopo il trionfo della Rivoluzione, dove ricoprì diverse cariche di responsabilità.
– Gli scrittori, storici e professori universitari Froilán González García e Adys Cupull Reyes, discendenti rispettivamente di spagnoli e del capo Maya Nabón Cupull. I noti intellettuali sono autori di più di 46 libri di importanti personalità della storia di Cuba e del libro “Senza odio o risentimento” sulla guerra ispano-cubano-americana, presentato a Gijón in altre città spagnole nel 1998, in commemorazione del centenario della fine della guerra. Fanno parte di varie istituzioni cubane, tra cui l’UPEC, l’Unione degli Storici Cubani e i coordinatori dell’UNEAC nel quartiere di Cayo Hueso.
– La professoressa e maestra di Storia cubana, María Emilia Fajardo Pérez, di origini spagnole, partecipò come consulente tecnico alla campagna che liberò Cuba dall’analfabetismo nel 1961. Fino al suo pensionamento ha lavorato come docente di Storia presso la Università Glorias Deportivas. Tra i suoi studenti ci sono stati il pluricampione di boxe Teófilo Stevenson Lawrence, il secondo atleta nella storia dello Sport tre volte campione olimpico, e María Caridad Colón Ruenes, la prima donna latinoamericana campionessa olimpica nel lancio del giavellotto. Entrambi si sono rifiutati di vendersi per delle offerte milionarie, non hanno disertato e non si sono resi disponibili per campagne contro la Rivoluzione cubana. Questo atteggiamento li ha resi campioni di dignità e orgoglio nazionale. Così sono i veri cubani, a differenza di quelli che si vendono al prezzo di polli morti.
Ringraziamo tutti coloro che sono solidali con il nostro popolo, tra cui i nordamericani, in particolare ai membri della campagna Puentes de Amor, l’Alianza Martiana e i 111 membri del Congresso che hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti di cambiare la politica nei confronti di Cuba. Ringraziamo anche i parlamentari europei che sostengono lo sviluppo di legami di solidarietà, culturali e di amicizia con il nostro Paese e il nostro popolo.
Denunciamo gli eurodeputati che, seguendo gli interessi dell’imperialismo statunitense, si intromettono negli affari interni di Cuba, Venezuela, Nicaragua e Bolivia. Li consideriamo nemici dei nostri popoli e anche della Spagna e degli altri Paesi europei.
A chi ignora la Storia va ricordata una poesia di Manuel Navarro Luna, nato nel 1894. A sei mesi, suo padre Zacarías Navarro Pérez, capitano dell’esercito spagnolo, fu torturato e assassinato dai suoi commilitoni per aver sostenuto gli indipendentisti cubani. La famiglia del capitano spagnolo è stata gettata nella persecuzione e nella povertà estrema. Manuel Navarro Luna dovette fin dall’infanzia lavorare come ragazzo delle pulizie, lustrascarpe, palombaro, guardiano e pubblico ministero. Combatté la dittatura di Gerardo Machado, la minaccia nazifascista e la dittatura di Fulgencio Batista, e dopo il trionfo della Rivoluzione guidata da Fidel Castro, il 1° gennaio 1959 si arruolò nelle milizie nazionali. Lottò contro le bande controrivoluzionarie finanziate dagli Stati Uniti sulle montagne dell’Escambray e affrontò gli invasori mercenari nell’aprile del 1961 a Playa Girón e Playa Larga, organizzati dagli Stati Uniti, sconfitti in meno di 66 ore.
Navarro Luna scrisse la poesia: ¡VENCEREMOS!
“Siamo un popolo forte,
un popolo unito che infonde coraggio…!
Siamo un grande popolo
perché non abbiamo paura della fame o della morte!
Il gigante protervo avrà molti pugnali;
ma noi siamo un popolo retto e coraggioso;
un popolo eroico e fermo che non vuole essere servo
né vuole essere schiavo…”
Nella sua poesia, i pigri stanno alla larga e i traditori fuggono:
“Nessun pazzo ha mai combattuto la tempesta…!
I gabbiani fuggivano sempre dal tuono…!
Ma non così l’albatros che alla tempesta manda il
suo grido di vittoria e di gioia
come un clamore di speranza… ”
“Il mostro imperialista le cui viscere marce
si nutrono del sangue di popoli fratelli saprà come
i mambis cubani difendono l’onore e la vita…!
E non saremo soli nella tremenda lotta
contro il gigante sporco.
I popoli insorgono contro il mostro che ode il
loro clamore provocatorio…!
A tutte le strade difficili e dure;
a tutti i martiri per la nostra patria andremo!
Ma andremo sicuri
che, alla fine, vinceremo!
E se il dolore e la fame ci opprimono;
se la nostra terra prende
fuoco, inchioderemo la stella nel cuore del crimine
e innalzeremo il paese sulla morte stessa…!
Non ci tireremo indietro…!
Ci tireremo indietro dal nulla!
Prima di tutto!
E vinceremo nel giorno sanguinoso…!
VENCEREMOS!
Articolo originale: Denuncia contra parlamentarios europeos enemigos de Cuba