La Sticker Art vola a Cuba

Il progetto e l’esperienza del SAMRO alla XV Biennale dell’Avana
Nei quartieri delle grandi città, nelle stazioni delle metropolitane o nelle zone di grande passaggio è facile notarla: la street art negli ultimi anni ha trasformato il nostro “habitat” urbano. Nata negli Anni Settanta come una forma di protesta e di libera espressione, quella dei graffiti e degli sticker è considerata oggi a pieno titolo una vera e propria arte. La street art ha rivoluzionato il concetto stesso di creazione artistica e di artista, portando l’arte fuori dalle tradizionali gallerie e dai musei e inserendola nei contesti urbani e vissuti, esposta alla vita e a disposizione di tutti. La sticker art è una particolare forma street art che utilizza adesivi e decalcomanie al posto degli spray per realizzare murales e graffiti. In Italia ne esistono diversi autorevoli interpreti.

Il SAMRO (Sticker Art Museum di Roma) è nato dall’idea degli artisti PinoVolpino e Stelleconfuse, che, una volta realizzato fisicamente il progetto, ne hanno assunto il ruolo di direttori. L’obiettivo del museo è valorizzare e promuovere il movimento della Sticker Art, una forma d’arte di piccolo formato ormai diffusa a livello globale. Il primo museo è stato inaugurato nel 2022 a Roma, all’interno di una cabina telefonica dismessa. Tuttavia, dopo pochi mesi, l’interno della cabina è stato completamente rovinato, i direttori hanno quindi deciso di trasferire il museo e ripensarlo in uno spazio più ampio.

Questa nuova versione del museo è diventata un “Museo Matrioska”, poiché si trova all’interno di un museo più grande, il MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz città Meticcia), anch’esso a Roma. Musealizzare la Sticker Art significa darle la dignità che merita, riconoscendone l’importanza e integrandola nel panorama artistico contemporaneo. Il successo del progetto ha spinto i due artisti a svilupparlo e ampliarlo ulteriormente: a settembre 2024 è stato inaugurato a Firenze un nuovo museo, collocato in una sede originale e fortemente evocativa: un ascensore, situato all’interno dello Z.A.P. (Zona Aromatica Protetta). Il progetto SAMRO si colloca all’interno di un fenomeno globale in continua espansione: quello dei musei auto-proclamati. Queste istituzioni, nate dal basso, si propongono di avvicinare l’arte al pubblico e di ridefinire il concetto tradizionale di spazio culturale, rendendolo più accessibile e inclusivo.

L’esperienza alla 15ª Biennale dell’Avana, fortemente voluta dal Prof. Claudio Sotolongo, rappresenta un momento fondamentale nella storia del SAMRO. Per la prima volta, la Sticker Art è stata inclusa in un evento artistico ufficiale, segnando un importante riconoscimento per questa forma espressiva. Per l’occasione, Stelleconfuse e PinoVolpino hanno lanciato una call tramite i social media, invitando chiunque fosse interessato a partecipare al progetto a inviargli i propri sticker. La risposta è stata straordinaria: in soli tre mesi sono state raccolte opere di oltre 250 artisti provenienti da 35 paesi diversi.

I due artisti italiani sono partiti per l’Avana con una valigia contenente circa 15 kg di sticker, pronti a costruire un nuovo museo e a promuovere la Sticker Art in un luogo dove era pressoché sconosciuta. Il loro obiettivo non era solo creare un nuovo museo, ma anche di promuovere la Sticker Art come forma culturale capace di abbracciare pienamente il tema al centro di questa Biennale: “Horizontes Compartidos“.

La prima installazione del SAMRO sul Malecón (il lungomare de L’Avana), nel luogo assegnato dalla Biennale, è stata deliberatamente distrutta poco dopo la sua realizzazione. Questo episodio ha profondamente amareggiato gli artisti, che speravano di instaurare un dialogo a distanza con il pubblico, come accade nelle altre sedi del museo.

Questo genere di installazione di solito suscitano molteplici reazioni: c’è chi si limita a osservarla da lontano, chi si avvicina per coglierne i dettagli e chi, spinto da una curiosità più profonda, cerca di interpretare i messaggi racchiusi nei singoli sticker. Altri ancora scelgono di interagire fisicamente con l’opera: qualcuno stacca uno sticker che lo ha colpito per conservarlo, altri aggiungono i propri sticker, mentre alcuni lasciano tracce personali sotto forma di scritte o tag.

L’opera urbana vive di un’evoluzione spontanea e continua: cambia, si trasforma, e spesso, nel giro di pochi mesi, appare completamente diversa rispetto al momento della sua creazione. In questo caso, però, non c’è stato spazio per il dialogo o l’evoluzione, ma solo per una distruzione prematura, che ha interrotto sul nascere il potenziale di connessione tra l’arte e le persone. Usando una metafora, è come se fosse stato bruciato un libro prima ancora di essere letto.

Dopo un iniziale spaesamento, l’episodio, ha dato lo spunto a Stelleconfuse e PinoVolpino per cercare e trovare uno spazio “protetto” dove realizzare una nuova installazione. Con il supporto

degli studenti della Facultad de Artes y Letras de la Universidad de La Habana, sono riusciti a dar vita a un nuovo SAMRO. Quello che era nato come un intervento temporaneo sul Malecón è diventato un museo permanente, trovando definitivamente una casa presso il prestigioso laboratorio di serigrafia e spazio espositivo statale “René Portocarrero”.

 

In occasione dell’inaugurazione, gli artisti hanno avuto il privilegio di essere intervistati dal canale ufficiale del Ministero della Cultura di Cuba, un evento di straordinaria importanza che ha offerto loro l’opportunità di presentare l’iniziativa e di sottolineare il significato profondo del loro operato nel contesto culturale locale, consolidando il valore della loro arte nel panorama creativo cubano.

Il SAMRO, accolto nella prestigiosa cornice del Taller de Serigrafía René Portocarrero, è quindi diventato un punto di riferimento ideale per promuovere un dialogo autentico tra la comunità della Sticker Art e coloro che si avvicinano a questa forma espressiva con curiosità e interesse.

Instagram: @samro_stickerartmuseumrome

SAMRO a L’Avana