Lunedì 6 gennaio è cominciato il XXIV Seminario Scientifico di Antropologia Sociale e Culturale Afroamericana. Missione: promuovere il riconoscimento dell’eredità africana a Cuba e negli altri paesi della regione come parte imprescindibile del patrimonio culturale dell’Umanità.
Il dottor Miguel Barnet, Presidente della Fondazione Fernando Ortiz, ha pronunciato il discorso d’inaugurazione dell’evento: “Il giorno in cui questi valori, riconosciuti dal nostro popolo, oggetto della nostra ricerca e preservati e diffusi dalla politica culturale dello Stato saranno legittimati su scala internazionale dalla UNESCO e proclamate Patrimonio Culturale dell’Umanità, si farà piena giustizia alle centinaia di migliaia di africani strappati con la forza dalle loro terre per essere ridotti alla schiavitù”, ha esordito Barnet.
Il poeta e antropologo ha salutato la continuità con cui Casa de Africa, istituzione della rete dell’Ufficio dello Storiografo de L’Avana, ha organizzato un forum di aggiornamento sulla tradizione degli studi socio culturali della presenza dell’Africa nella cultura cubana che ha come più importanti punti di riferimento Fernando Ortiz, José Luciano Franco, Rómulo Lachatañeré e Lydia Cabrera.
Il seminario, che si è tenuto fino al 9 gennaio, nella sua prima giornata ha contato sulla partecipazione del comandante Víctor Dreke, presidente dell’Associazione d’Amicizia Cuba-Africa, e su quella di diversi rappresentanti diplomatici dell’Africa e dell’America Latina.
Alberto Granado, direttore della Casa de Africa che compie 34 anni di attività dalla sua fondazione per iniziativa del Comandante della Rivoluzione Juan Almeida e del dottor Eusebio Leal, Storiografo della capitale, ha segnalato l’interesse ad analizzare in questa occasione sotto diversi punti di vista la diaspora africana con destinazione Cuba e i Caraibi.
Le prime due conferenze sono state tenute dal dottor Enrique Alemán – sull’impronta dell’etica degli africani e dei loro discendenti nella forza di un sistema inclusivo e resistente di valori spirituali integrati nell’identità nazionale – e dal signor Okechukwu K. Onaga, incaricato degli affari della Nigeria a Cuba, che ha sottolineato le impronte della tradizione culturale del suo paese nel tessuto socioculturale del popolo cubano.
Nel corso dell’evento sono stati rappresentati in Piazza San Francisco il Giorno dei Re Magi, coreografia arricchita dagli apporti delle compagnie di danza Raíces Profundas, JJ y Banrrara, quindi il progetto El Ajiaco di Santiago de las Vegas e infine il progetto socioculturale QuisiCuba con i bambini e i giovani in esso coinvolti, i Tamburi di Bejucal, gli Zanqueros de L’Avana Vecchia e la comparsa tradizionale San Cristóbal.
Pedro de la Hoz e GM per Granma Internacional, 6 gennaio 2020
Articolo originale: L’eredità culturale africana in Cuba, nel suo giusto luogo