La mia Cuba

Un sigaro e un trago de ron

¡Es Santiago de Cuba!

¡No os asombréis de nada!

¡Por allí anda la madre de los héroes!

¡Por allí anda Mariana!

¡Estaréis ciegos

si no veis ni sentís su firme y profunda mirada…!

¡Estaréis sordos si no escucháis sus pasos;

si no oís su tremenda palabra!

“¡Fuera! ¡Fuera de aquí!

¡No aguanto lágrimas!”

(Manuel Navarro Luna, poeta Cubano)

È Santiago de Cuba!
Non stupirti di niente!
Laggiù cammina la madre degli eroi!
Mariana è lì!
Sarete ciechi!
se non vedete o sentite il ​​suo sguardo fermo e profondo…!
Sarete sordi se non ascoltate i suoi passi;
se non sentite la sua tremenda parola!
“Fuori! Fuori di qui!
Non sopporto le lacrime!”

Santiago de Cuba ha realizzato 118 ‘centros de refugio’ nel 2016 per mitigare i danni dell’uragano Matthew.
La brace di un sigaro mi ricorda un episodio del 2017, primo viaggio in solitaria a Cuba.
Il tassista che per me era guida e historiador di Santiago mi portò a conoscere la sua famiglia e il luogo dove era nato: Dos Palmas, un pueblo a qualche chilometro da Santiago de Cuba, immerso nel verde, circondato dai monti, dove i contadini andavano a cavallo e i campi immensi venivano arati con buoi.
I bambini ci corsero incontro sfidando la polvere della strada sterrata, circondando la macchina curiosi, ridenti e stupiti di vedere una turista rubia y alemana arrivare con pacchettini di caramelos y juguetes.
Quel giorno si riunì il paese intorno al fuoco che cuoceva il cerdo, le storie raccontate si facevano più ridanciane dopo qualche trago de ron e qualche chicharrones, col calare della sera l’atmosfera si riempì di romanticismo con le canzoni del loro idolo Polo Montañez.
La brace di un sigaro mi ricorda la madre del tassista di Santiago che tutte le mattine iniziava la giornata donando ai suoi santi (su un altarino domestico con tre statue: una della Virgen de la Caridad del Cobre, una di san Lázaro e una credo fosse di San Giuda Tadeo… sovrastate da una foto di Fidel) le prime quattro boccate di fumo del suo sigaro e, dopo avere versato loro un po’ di rum in ogni ciotolina… si metteva in ghingheri per vivere.

Laura Bricchi, Santiago de Cuba