Sueño de eterna justicia
Quando pensi a Cuba chiudi gli occhi e ricordi i profumi, ricordi le risate dei bimbi che giocano nei parchi o la musica che accompagna eterne camminate in città rumorose di clacson e motori antichi. Ricordi persone ballare con vestiti coloratissimi e anziani nei parchi facendo thai chi.
Rivivi storie di ribellioni e religioni. Ricordi gli sguardi dolci di persone sedute su sedie a dondolo raccontarti della loro gioventù.
Ricordi le onde nel loro eterno andare e venire a volte prepotenti a volte morbide dei malecón.
Ricordi i sobbalzi di antichi camion che ti trasportano tra paesaggi fantastici e inaspettati da un capo all’altro dell’isola caimán.
Ripensi ad un minuscolo arcipelago resistente e caparbio nella sua immensa volontà di non sottomettersi ai voleri dei prepotenti e comprendi il perché della loro contagiosa allegria ‘a pesar de las dificultades’.
Ti rivedi, nella città di Santiago ad assorbire l’energia che senti necessaria per continuare a credere nei grandi sogni.
Ti rivedi in Santa Clara a rivivere il principio di un sogno di eterne giustizie e ti ritrovi a pensare, in questi giorni di tristi chiusure, alle parole che un Cittadino Cubano scriveva al Grande Comandante che dedicò la vita per iniziare questo cammino:
Cuando tu voz derrame hacia los cuatro vientos reforma agraria, justicia, pan, libertad, allí, a tu lado, con idénticos acentos, nos tendrás.
Y cuando llegue el final de la jornada la sanitaria operación contra el tirano, allí, a tu lado, aguardando la postrer batalla, nos tendrás.
El día que la fiera se lama el flanco herido donde el dardo nacionalizador le dé, allí, a tu lado, con el corazón altivo. nos tendrás.
No pienses que puedan menguar nuestra entereza las decoradas pulgas armadas de regalos; pedimos un fusil, sus balas y una peña. Nada más.
Laura Bricchi, Santa Clara